Crisi Economica e Prospettive Ribassiste per il Dollaro Neozelandese
- Filippo Sala

- 23 set
- Tempo di lettura: 4 min
Di Filippo Sala
Il dollaro neozelandese sta affrontando un periodo di pressione, con un significativo sell-off che lo ha portato a perdere il terreno guadagnato nelle prime settimane di settembre.
Questa debolezza non è dovuta solo al sentiment globale, ma mostra principalmente la crescente fragilità dell’economia, emersa con chiarezza dai dati sul Prodotto Interno Lordo del secondo trimestre 2025 che si sono rivelati nettamente peggiori delle attese.
Il PIL della Nuova Zelanda si è contratto dello 0,9% su base trimestrale nel Q2 2025, invertendo l’espansione rivista al rialzo dello 0,8% del trimestre precedente e superando negativamente le previsioni di un calo intorno al -0,3%. Su base annua, l’economia ha registrato una contrazione dell’1,1%, confermando un quadro macroeconomico fragile.
Questi numeri alimentano i timori di una recessione tecnica, con l’economia che rischia di entrare in una fase di stagnazione prolungata. La domanda interna è in difficoltà, con un calo degli investimenti e una contrazione delle esportazioni, aggravata da un contesto esterno sfidante.

Tono Più Dovish e Prospettiva di Nuovi Tagli
La Reserve Bank of New Zealand ha già risposto alla debolezza economica con un taglio dei tassi di 25 punti base nell’ultimo meeting di agosto 2025, portando l’Official Cash Rate al 3,00%.
Nonostante questo, i dati deludenti sul PIL hanno riacceso le attese di un ulteriore allentamento monetario. All’interno del board, si è discusso di un taglio più aggressivo da 50 bps, con alcuni membri favorevoli a una mossa decisa per stimolare l’attività.
Se i prossimi indicatori macroeconomici confermeranno il deterioramento, l’ipotesi di un taglio consistente al prossimo meeting diventa sempre più plausibile.
Un atteggiamento dovish da parte della RBNZ potrebbe ulteriormente aumentare la debolezza del NZD, rendendolo meno attraente rispetto a valute con rendimenti più elevati.
Debolezza Settoriale: Manifattura e Bilancia Commerciale La fragilità non si limita al PIL aggregato ma anche il settore manifatturiero è in contrazione. L’indice PMI è sceso a 49,9 punti in agosto 2025, sotto la soglia dei 50 che separa espansione da contrazione, in calo dai 52,8 di luglio.

Sul fronte del commercio estero, la bilancia commerciale ha mostrato un deficit di NZD 1,185 miliardi in agosto 2025, sebbene migliorato rispetto ai NZD 2,3 miliardi dell’anno precedente, grazie a un aumento del 23% nelle esportazioni a NZD 5,9 miliardi. Tuttavia, il deficit annuale si è ristretto a NZD 3 miliardi, ma le esportazioni non compensano pienamente l’aumento delle importazioni aggravato da prezzi volatili delle commodities.
Inoltre la domanda interna rimane debole con i consumi delle famiglie sono frenati da una fiducia in calo, costi abitativi elevati e un rallentamento del credito al consumo, riflesso di tassi reali più alti accumulati negli ultimi anni.
Fattori Esterni: Cina e Prezzi delle Materie Prime
La Nuova Zelanda è altamente dipendente dal commercio con la Cina che rappresenta il primo partner, con esportazioni che rappresentano una quota significativa del PIL.
Negli ultimi mesi, i segnali di raffreddamento cinese e la flessione dei prezzi delle materie prime agricole hanno accentuato la pressione (Leggi qui per approfondire il rallentamento dell'economia cinese).
Le esportazioni neozelandesi sono calate dell’1,2% nei tre mesi a giugno 2025, con un ulteriore 0,4% nel trimestre precedente, in parte dovuto a una domanda ridotta da Pechino. Nel primo trimestre 2025, il commercio bilaterale ha raggiunto i 10,51 miliardi di dollari, in crescita dell’8,9%, ma le prospettive per il resto dell’anno rimangono incerte.
Analisi Statistica e Quantitativa
Dal punto di vista statistico, il dollaro neozelandese sembra destinato a un periodo di volatilità significativa nei prossimi giorni. L’analisi della stagionalità, basata sui dati degli ultimi 5 e 30 anni, evidenzia una correlazione moderata ma significativa con una tendenza al ribasso che tipicamente si manifesta in questo periodo dell’anno. Questo pattern stagionale suggerisce che il deprezzamento del NZD potrebbe proseguire almeno fino a metà ottobre 2025.

Dal punto di vista quantitativo, i dati sui posizionamenti dei trader speculativi, come riportato nel Commitment of Traders (COT) del 16 settembre 2025, mostrano un’intensa attività di vendita sull’asset. In particolare, le posizioni nette corte sul NZD sono aumentate significativamente, riflettendo un sentiment di mercato fortemente ribassista. Questo movimento conferma l’incertezza che circonda la valuta neozelandese, con gli investitori speculativi che riducono l’esposizione in risposta ai dati macroeconomici deludenti.

Dal punto di vista tecnico, il tasso di cambio NZD/USD si trova attualmente in una zona critica per il suo sviluppo futuro. Il livello di 0.584 rappresenta un supporto chiave: una chiusura giornaliera al di sotto di questa soglia potrebbe confermare la continuazione del trend ribassista, con un potenziale movimento verso la zona di 0.575. Tuttavia, operare direttamente sul cambio NZD/USD potrebbe non essere la strategia più efficace in questo momento. Il dollaro statunitense sta affrontando anch’esso un periodo di incertezza, influenzato da dati macroeconomici contrastanti e dalle attese per le prossime decisioni della Federal Reserve. In questo contesto, ha più senso considerare coppie valutarie che coinvolgano valute attualmente più forti, come l’euro o il dollaro australiano, che mostrano maggiore resilienza rispetto al NZD.

In conclusione, il dollaro neozelandese rimane sotto pressione a causa di un PIL in netto calo, un settore manifatturiero in contrazione e un deficit commerciale persistente, aggravati dal rallentamento della domanda cinese. La prospettiva di ulteriori tagli dei tassi da parte della RBNZ e i dati stagionali ribassisti suggeriscono che in questo contesto, la debolezza del NZD lo rende meno attraente rispetto a valute più forti come AUD o EUR. Sarà fondamentale monitorare i prossimi dati macroeconomici per avere una visione più delineata.














