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Dimissioni Shock del Primo Ministro Francese: L’Euro Sotto Pressione e i Mercati in Subbuglio

  • Immagine del redattore: Filippo Sala
    Filippo Sala
  • 7 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

In un colpo di scena che ha sconvolto i mercati finanziari europei, il Primo Ministro francese Sébastien Lecornu ha rassegnato le dimissioni il 6 ottobre 2025, appena ore dopo aver annunciato la composizione del suo nuovo gabinetto. Nominato meno di un mese fa, Lecornu diventa il Primo Ministro con il mandato più breve nella storia della Quinta Repubblica francese, superando record negativi e intensificando una crisi politica che dura dal 2024. Questo evento non solo ha approfondito l'instabilità governativa in Francia, ma ha anche contribuito a un significativo calo dell'euro, riflettendo le preoccupazioni degli investitori per la sostenibilità fiscale della seconda economia dell'Eurozona.

Il Contesto Politico: Una Paralisi Parlamentare Cronica

La Francia è intrappolata in un limbo politico sin dalle elezioni parlamentari snap del 2024, convocate dal Presidente Emmanuel Macron in risposta a una sconfitta alle europee. Nessun partito o coalizione ha ottenuto una maggioranza assoluta, portando a una serie di governi fragili. Lecornu, ex ministro della Difesa e membro del partito centrista di Macron, è stato il terzo Primo Ministro in meno di un anno, seguendo una sequenza di dimissioni dovute all'incapacità di approvare bilanci impopolari.

L'annuncio del gabinetto il 5 ottobre ha scatenato immediate reazioni negative. Il nuovo team ministeriale, composto principalmente da figure del centro-destra e senza rappresentanti della sinistra o della destra estrema, è stato criticato da leader come Marine Le Pen del Rassemblement National e Arthur Delaporte del Partito Socialista. Lecornu ha attribuito il fallimento a "egos" e "linee rosse" insormontabili tra i partiti, lamentando una mancanza di compromesso per approvare un budget che affrontasse il deficit record del paese. Macron ha accettato le dimissioni ma ha chiesto a Lecornu di condurre colloqui dell'ultimo minuto con i partiti, con scadenza al 8 ottobre, per evitare un'ulteriore escalation, come elezioni anticipate o un governo tecnico.


Questa instabilità non è isolata: dal 2022, quando Macron è stato rieletto senza una maggioranza parlamentare solida, la Francia ha visto cinque Primi Ministri alternarsi, nessuno in grado di spingere riforme strutturali. La crisi attuale riflette divisioni profonde sulla politica fiscale, con la sinistra che chiede tasse sui ricchi e la destra che oppone austerity, rendendo impossibile un consenso.


Le Dimissioni e le Reazioni Immediate

Le dimissioni di Lecornu, annunciate il 6 ottobre mattina, hanno colto di sorpresa analisti e mercati. Appena 12 ore dopo l'annuncio del gabinetto, oppositori da entrambi gli schieramenti hanno minacciato di rovesciare il governo con una mozione di sfiducia. Lecornu ha dichiarato di aver rinunciato all'uso dell'articolo 49.3 della Costituzione (che permette di forzare leggi senza voto), ma questo non ha placato le critiche. L'Impatto sui Mercati Finanziari: Focus sul Calo dell'Euro

L'effetto sui mercati è stato immediato e pronunciato.

L'indice CAC 40 di Parigi ha chiuso in calo dell'1,3%-2%, il peggiore in Europa quel giorno, con le banche francesi che hanno perso tra il 3% e il 4% del valore azionario a causa della loro esposizione al debito sovrano. I rendimenti dei bond governativi a 10 anni sono saliti di 7,5-9 basis point, raggiungendo il 3,57%-3,6%, il livello più alto in 10-14 anni, mentre lo spread rispetto ai bund tedeschi si è ampliato a 85-90 basis point, vicino ai massimi del 2012.


L'euro ha subito il colpo più visibile: la moneta unica è scesa dello 0,2%-0,6% contro il dollaro USA, passando da massimi di sessione intorno a 1,1730 a livelli sotto 1,1700, con minimi a 1,1660-1,1705. Questo calo riflette le preoccupazioni per la stabilità fiscale francese, con il deficit di bilancio al 5,8% del PIL nel 2024 (quasi doppio il limite UE del 3%) e il debito pubblico a 3,346-3,4 trilioni di euro (114% del PIL).


A livello europeo, la crisi francese potrebbe offuscare il rally azionario continentale, guidato da spesa in paesi come la Germania, e aumentare la pressione sulla BCE per interventi. Senza una risoluzione – come un nuovo Primo Ministro o elezioni – gli investitori vedono i bond francesi come "non investibili", potenzialmente richiedendo una crisi obbligazionaria per forzare riforme. Proteste recenti contro l'austerity aggiungono complessità, con richieste di tasse sui super-ricchi che potrebbero alterare il dibattito fiscale.

In conclusione, le dimissioni di Lecornu non sono solo un episodio politico, ma un catalizzatore per turbolenze economiche che potrebbero propagarsi all'Eurozona. Mentre Macron cerca una via d'uscita, i mercati rimangono cauti, con l'euro vulnerabile a ulteriori pressioni se la paralisi persiste.

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