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Economia USA: Crescita del PIL nel Secondo Trimestre Rivista al 3,8%, la Più Rapida in Quasi Due Anni

  • Immagine del redattore: Filippo Sala
    Filippo Sala
  • 26 set
  • Tempo di lettura: 2 min

L'economia USA nel secondo trimestre del 2025 ha offerto una sorpresa positiva, con la stima finale del PIL rivista a un tasso di crescita annualizzato del 3,8% il 25 settembre 2025, superando il consensus del 3,3% e segnando l'espansione più rapida in quasi due anni dal Q3 2023.

Questa revisione, rilasciata dal Bureau of Economic Analysis (BEA), ha incorporato dati aggiornati da fonti come vendite al dettaglio e cifre commerciali, dipingendo un quadro di resilienza nonostante le incertezze politiche, inclusi i dazi sotto l'amministrazione del Presidente Donald Trump. L'upgrade segue una contrazione nel Q1 al -0,6% annualizzato, allontanando le paure immediate di recessione ma evidenziando volatilità nella raccolta dei dati economici durante un periodo di elevato rumore politico.

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Approfondendo, la revisione è stata in gran parte attribuita a una spesa dei consumatori più forte, che è cresciuta a un ritmo del 2,5% e ha contribuito 1,7 punti percentuali alla crescita del PIL. Questo include robusti aumenti nei servizi (trasporti, finanza, assicurazioni) e nei beni, supportati da dati sulle vendite al dettaglio che mostrano guadagni dello 0,6% sia a luglio che ad agosto 2025. Gli investimenti aziendali hanno visto anche upgrade, crescendo complessivamente del 7,3%, con i prodotti di proprietà intellettuale in aumento del 15,0% e le attrezzature dell'8,5%, aggiungendo 1,0 punto percentuale alla crescita. Tuttavia, gli investimenti in strutture sono diminuiti del 7,5%.


Un fattore standout è stato l'export netto, dove un crollo delle importazioni dopo l'accumulo nel Q1 ha portato a un deficit commerciale ristretto, boostando il PIL di un inedito 4,83 punti percentuali. Questo è stato in parte dovuto alle imprese che hanno anticipato inventari in previsione dei dazi, che avevano penalizzato la crescita nel Q1. La spesa governativa e gli inventari hanno visto aggiustamenti minori, con la prima rivista leggermente al rialzo e i secondi al ribasso. Il PIL core è balzato al 2,9% dal precedente 1,9%, sottolineando la forza domestica sottostante.


Sul fronte dell'inflazione, l'indice dei prezzi del PIL è salito al 2,1% annualizzato dal 2,0%, con i prezzi in aumento del 2,5% anno su anno. Il PIL nominale è cresciuto al 6,0%, dal 5,3%, e del 4,6% anno su anno. I profitti aziendali sono stati misti: complessivamente in aumento dello 0,2% trimestre su trimestre (dal precedente +1,7%) e del 3,6% anno su anno, mentre escludendo la Federal Reserve, sono saliti dello 0,6% trimestrale e del 2,5% annuale. Economisti come Ryan Sweet di Oxford Economics hanno notato che i colpi ai margini di profitto riducono i rischi di licenziamenti, sebbene la compressione potrebbe pressione il mercato del lavoro.

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