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Macro Weekly - Allentamento Tensioni Commerciali

  • Immagine del redattore: Filippo Sala
    Filippo Sala
  • 28 apr
  • Tempo di lettura: 5 min

La settimana appena trascorsa ha offerto un quadro macroeconomico statunitense caratterizzato da dinamiche contrastanti, con mercati azionari in rialzo, dati economici solidi ma con crescenti incertezze legate ai dazi commerciali e al rallentamento della crescita. Gli investitori attendono con ansia la prima stima del PIL del primo trimestre, i dati sull’occupazione di aprile e l’indice PCE core, che forniranno indicazioni cruciali sulla traiettoria economica e sulle future mosse della Federal Reserve.

U.S.

Le borse statunitensi hanno chiuso la settimana in territorio positivo, sostenute da indiscrezioni che suggeriscono una possibile attenuazione delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, oltre a speculazioni su accordi a breve termine con altri partner commerciali. Il Nasdaq Composite ha guidato i rialzi, recuperando terreno rispetto alla settimana precedente, mentre le small e midcap hanno registrato guadagni per la terza settimana consecutiva. 

A rafforzare il sentiment positivo hanno contribuito anche utili aziendali migliori del previsto, con il 73% delle società che hanno superato le attese sugli utili del primo trimestre, secondo FactSet. Tuttavia, i volumi di scambio sono rimasti inferiori alla media annuale, suggerendo una certa cautela tra gli operatori di mercato.


L’economia statunitense ha chiuso il 2024 con una crescita robusta, registrando un’espansione del PIL reale del 2,8% su base annua, trainata da una spesa dei consumatori eccezionale (+4,0%) nel quarto trimestre. Tuttavia, la prima stima del PIL del primo trimestre 2025, attesa mercoledì, potrebbe rivelare un rallentamento significativo, con alcune proiezioni che non escludono una contrazione. Gli analisti di Investec sottolineano un’ampia incertezza, con stime che variano notevolmente a causa dell’impatto anticipato dei dazi commerciali annunciati il 2 aprile. Un’impennata delle importazioni, dovuta all’accumulo di scorte da parte delle imprese in previsione dei dazi, ha probabilmente pesato sull’attività economica. Il sondaggio Flash PMI di S&P Global di aprile indica un’attività economica al minimo degli ultimi 16 mesi, con il settore dei servizi in rallentamento nonostante un’espansione manifatturiera. La spesa pubblica ha mostrato segni di decelerazione, gli investimenti fissi delle imprese sono diventati negativi per il calo nella spesa per attrezzature, mentre gli investimenti residenziali hanno registrato una timida ripresa.


Il mercato del lavoro statunitense rimane resiliente, ma emergono segnali di vulnerabilità. Il rapporto di marzo ha registrato un aumento di 228.000 posti di lavoro non agricoli, superiore alle attese, con il settore dei servizi a trainare la crescita. Tuttavia, il tasso di disoccupazione è salito al 4,2%, e le revisioni dei dati hanno ridimensionato l’ottimismo iniziale. I salari sono cresciuti del 3,8% su base annua, esercitando una pressione moderata sui costi. Gli analisti della Danske Bank sottolineano che il rallentamento dell’immigrazione potrebbe limitare la crescita occupazionale, anche se i dati settimanali sulle richieste di sussidio di disoccupazione e le offerte di lavoro (JOLTS) di marzo, attesi martedì, sono rimasti stabili nonostante l’incertezza tariffaria. Il rapporto NFP di aprile, in pubblicazione venerdì, insieme ai dati ADP sulle buste paga private (mercoledì) e alle richieste di sussidi (giovedì), sarà cruciale per valutare se la tendenza positiva si stia invertendo, soprattutto dopo i tagli occupazionali legati alle nuove politiche commerciali.


Sul fronte dell’inflazione, il rapporto CPI di marzo ha mostrato un calo dello 0,1% su base mensile e un aumento annuo del 2,4%, trainato dal crollo dei prezzi della benzina. L’inflazione core ha registrato il ritmo più lento in quattro anni, con i prezzi dei beni di base in discesa e l’inflazione degli alloggi scesa allo 0,2%. Tuttavia, i dazi introdotti ad aprile potrebbero spingere i prezzi al rialzo nei prossimi mesi. L’indice PCE core di marzo, atteso mercoledì e monitorato attentamente dalla Fed, dovrebbe mostrare un aumento contenuto (+0,1%) dopo il balzo dello 0,4% di febbraio. Una sorpresa al rialzo potrebbe ridurre le speranze di tagli dei tassi nel 2025. Inoltre, l’indice Case-Shiller dei prezzi delle abitazioni di febbraio, in uscita martedì, fornirà ulteriori indicazioni sulla dinamica immobiliare.

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Nella riunione di marzo, il FOMC ha mantenuto i tassi invariati al 4,25%-4,50%, adottando un approccio prudente di fronte alle incertezze legate ai dazi. Le proiezioni economiche indicano una crescita più lenta e un’inflazione più alta nel breve termine, ma a lungo termine l’inflazione dovrebbe stabilizzarsi, suggerendo che gli effetti dei dazi siano considerati transitori. Il grafico a punti prevede due tagli dei tassi nel 2025. Dati deboli sul PIL o sull’occupazione potrebbero alimentare aspettative di un ritorno a tagli dei tassi già quest’anno, ma la Fed rimane in modalità “data-dependent”. La riunione trimestrale del Tesoro sui rimborsi, attesa questa settimana, dovrebbe confermare l’emissione stabile per i prossimi trimestri, senza fretta di orientarsi verso scadenze più lunghe, secondo Barclays Research.


Eurozona - Dati Cruciali in un Contesto di Incertezze Globali

L’Eurozona si appresta a una settimana ricca di dati macroeconomici che delineeranno l’andamento dell’economia nel primo trimestre 2025, in un contesto segnato dalle politiche commerciali dell’amministrazione Trump e da pressioni inflazionistiche globali. Le stime flash del PIL, attese martedì per la Spagna e mercoledì per Francia, Germania ed Eurozona, saranno fondamentali per valutare la crescita dopo un 2024 di espansione moderata. Secondo Bloomberg, le previsioni indicano una crescita dell’1,2% annualizzata per l’Eurozona, ma le incertezze legate ai dazi USA potrebbero aver frenato l’export. I dati sull’inflazione preliminare, in uscita martedì per la Spagna, mercoledì per Francia, Italia e Germania, e venerdì per l’Eurozona, saranno sotto i riflettori: Reuters riporta attese di un’inflazione core stabile al 2,6%, nonostante il rallentamento dei prezzi energetici. Gli indicatori di fiducia dei consumatori e delle imprese (martedì), insieme al sondaggio GfK tedesco e ai dati sulla spesa dei consumatori francesi (mercoledì), chiariranno il sentiment economico, con segnali di cautela emersi dai PMI preliminari di aprile. I dati sulla disoccupazione, pubblicati lunedì per la Spagna, mercoledì per la Germania e venerdì per Italia ed Eurozona, dovrebbero confermare un tasso stabile al 6,5%, secondo Eurostat. Gli indici PMI manifatturieri di aprile (venerdì) riveleranno l’impatto delle tensioni commerciali sul settore, con S&P Global che segnala un lieve miglioramento a 46,8. Sul fronte obbligazionario, il Belgio terrà un’asta lunedì, l’Italia lancerà un BTP decennale martedì, e la Germania metterà all’asta 2 miliardi di euro in Bund a lunga scadenza mercoledì, in un mercato attento alla riunione del Tesoro USA sui rimborsi. La festività del Labor Day di giovedì limiterà l’attività in molti paesi.

Giappone: Stabilità Monetaria tra Incertezze Commerciali

Il Giappone si avvicina a una settimana cruciale per la politica monetaria e gli indicatori economici, con la Banca del Giappone (BoJ) che giovedì dovrebbe mantenere il tasso di riferimento allo 0,5%, secondo le attese di Barclays e Goldman Sachs. La BoJ pubblicherà le previsioni trimestrali su crescita e inflazione, includendo per la prima volta proiezioni fino a marzo 2028, offrendo spunti sulle prospettive di lungo termine. Nonostante i solidi fondamentali interni, come la crescita costante dei salari che sostiene la domanda interna, le incertezze legate ai negoziati commerciali con gli Stati Uniti, in particolare sui dazi di Trump, pesano sulle decisioni della banca centrale. Un sondaggio del Ministero delle Finanze evidenzia che le aziende giapponesi, come i produttori di macchinari, stanno già riducendo gli investimenti a causa di ritardi nelle spedizioni verso gli USA. Sul fronte dei dati, mercoledì sono attesi i numeri sulla produzione industriale di marzo, previsti in calo dello 0,5% rispetto al +2,3% di febbraio, insieme a vendite al dettaglio e di auto, indicatori chiave della spesa dei consumatori. La forza dello yen e il calo dei prezzi dell’energia attenuano le pressioni inflazionistiche, dando alla BoJ margine per rinviare un rialzo dei tassi, con luglio come possibile finestra, salvo un peggioramento dell’economia globale.


Conclusione

In un contesto globale segnato da incertezze commerciali e dinamiche macroeconomiche contrastanti, Stati Uniti, Eurozona e Giappone si trovano a un crocevia cruciale. I mercati azionari americani riflettono un cauto ottimismo, sospinto da speranze di distensione commerciale, ma i dati imminenti su PIL, occupazione e inflazione saranno determinanti per confermare o ridimensionare questa fiducia. Nell’Eurozona, la crescita modesta e l’inflazione stabile devono confrontarsi con i rischi derivanti dai dazi USA, mentre il Giappone, pur sostenuto da solidi fondamentali interni, rimane vulnerabile alle turbolenze globali. La Federal Reserve, la BCE e la Banca del Giappone adottano un approccio prudente, pronte a calibrare le politiche in base ai dati in arrivo. In questo scenario, la capacità di navigare tra pressioni inflazionistiche, rallentamenti economici e tensioni geopolitiche sarà fondamentale per plasmare il percorso economico del 2025, con gli investitori globali attenti a ogni segnale che possa indicare la direzione futura.

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