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GOLD Research - Weekly Commentary

  • Immagine del redattore: Filippo Sala
    Filippo Sala
  • 11 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

L'oro si conferma ancora una volta il bene di rifugio per eccellenza e diverse società hanno rivisto le loro proiezioni per fine 2025 arrivando anche a 3700$ l'oncia trainato dalla domanda da parte dei beni rifugio in un contesto di tensioni geopolitiche e di preoccupazioni per un rallentamento economico statunitense.


UBS ha aggiornato le sue previsioni sul prezzo dell'oro, prevedendo ora che il metallo prezioso salirà a 3.500 dollari nel 2025.

Joni Teves, stratega di UBS, ha affermato che:

"In questo contesto di crescente incertezza tariffaria, crescita più debole, inflazione più elevata e rischi geopolitici persistenti, la necessità di aggiungere allocazioni di oro è diventata più che mai convincente"

Secondo lo stratega, nell’ultimo trimestre gli investitori hanno incrementato le loro allocazioni in oro, soprattutto in valore espresso in dollari statunitensi (USD). I livelli attuali di oro detenuti tramite futures e ETF, in rapporto agli asset dei fondi, sono simili a quelli registrati durante la pandemia di COVID, pur rimanendo inferiori ai massimi raggiunti dopo la crisi finanziaria globale.


Fonte: VettaFi - GLD Fund Flows Charts
Fonte: VettaFi - GLD Fund Flows Charts

Asset di rifugio quindi come oro e franco svizzero, si rafforzano a fronte delle persistenti preoccupazioni sulle politiche tariffarie dell'amministrazione Trump.

Secondo Vishnu Varathan, responsabile della ricerca macroeconomica per l’Asia (escluso il Giappone) presso Mizuho Securities a Singapore, ha sottolineato che:

La combinazione di fattori complessi e le peculiarità di questa amministrazione creano un terreno fertile per picchi di volatilità. La tendenza istintiva a cercare protezione attraverso asset come oro, franco svizzero e yen è del tutto comprensibile.

L'oro questa settimana ha raggiunto nuovi massimi storici dopo una lieve correzione, e riteniamo che possa mantenere questa tendenza rialzista anche nelle prossime settimane.

Non escludiamo, tuttavia, una possibile nuova correzione nelle prossime settimane, influenzata anche da fattori stagionali che storicamente indicano un ribasso fino a fine luglio. Tuttavia, crediamo che l’attuale contesto macroeconomico sia troppo favorevole per lasciare spazio esclusivamente alle tendenze statistiche.


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