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Segnali Contrastanti e Rischio di Stagflazione: PIL e ADP

  • Immagine del redattore: Filippo Sala
    Filippo Sala
  • 30 apr
  • Tempo di lettura: 3 min

Il 30 aprile 2025 sono stati rilasciati i dati sul Prodotto Interno Lordo (PIL) per il primo trimestre del 2025 e il rapporto sull'occupazione privata di ADP per aprile 2025.

Questi dati sono cruciali per comprendere la salute economica degli Stati Uniti e il loro impatto sui mercati finanziari globali.


Il PIL per il primo trimestre 2025 ha registrato una contrazione del -0,3% su base trimestrale, contro le attese di +0,2%. Un anno fa, il PIL era a +2,4%, evidenziando un significativo rallentamento. Le vendite reali nel PIL sono crollate a -2,5%, segnalando un netto rallentamento della domanda, probabilmente influenzato da fattori come l'incertezza politica e le politiche tariffarie annunciate dall'amministrazione Trump.

L'inflazione ha accelerato, con:

  • PCE Prices al +3,6% (atteso 2,4%), indicando una pressione significativa sui prezzi al consumo.

  • Core PCE al +3,5% (atteso 2,6%), che esclude i prezzi volatili come cibo ed energia, mostrando inflazione di base in aumento.

  • GDP Price Index al +3,7%, ben sopra il consenso del 3,1%, confermando un quadro inflazionistico più caldo del previsto.

Questi numeri suggeriscono che, nonostante la crescita economica debole, l'inflazione rimane un problema, creando un ambiente di "stagflazione" – una combinazione di crescita lenta e inflazione elevata, che storicamente è sfidante per i mercati.


Il rapporto ADP per aprile 2025 invece ha mostrato un aumento di soli 62.000 posti di lavoro nel settore privato, ben al di sotto delle attese di 114.000 e rispetto ai 147.000 di marzo. Questo indica un rallentamento significativo nel mercato del lavoro, con salari annuali che, sebbene non specificati, potrebbero essere influenzati dalla debolezza occupazionale. Questo dato, rilasciato prima del Nonfarm Payroll ufficiale, offre una visione ad alta frequenza del mercato del lavoro privato, spesso anticipando i dati ufficiali.

La reazione del mercato ai dati economici è stata mista. Il PIL a -0,3% (contro attese di +0,2%) ha sollevato timori di recessione, aggravati da un aumento delle importazioni e dall'incertezza sulle tariffe. Sebbene alcuni analisti considerino la contrazione temporanea, il calo delle vendite reali (-2,5%) e l'inflazione elevata (PCE +3,6%, Core PCE +3,5%) indicano una debolezza strutturale. L'inflazione sopra le attese potrebbe spingere la Federal Reserve a mantenere tassi alti, penalizzando le azioni, soprattutto tecnologiche, a causa di costi di prestito maggiori e valutazioni ridotte. I dati ADP deboli (62.000 nuovi posti contro 114.000 attesi) segnalano un mercato del lavoro in rallentamento, aumentando la pressione su settori come tecnologia e beni di consumo discrezionali. I settori difensivi (utilities, beni di prima necessità) potrebbero invece resistere meglio, grazie alla loro stabilità in periodi incerti.


Questi dati contrastanti creano un dilemma per la Federal Reserve. Il PIL negativo potrebbe spingere verso tagli dei tassi d’interesse per stimolare l’economia, ma l’inflazione persistente potrebbe invece costringere la Fed a mantenere tassi elevati, aumentando i costi di prestito e pesando sulle valutazioni azionarie, specialmente nei settori tecnologici. Questo clima di “stagflazione” – crescita debole e prezzi in rialzo – rende il futuro incerto, con i mercati globali che reagiscono in modo differenziato. Negli Stati Uniti, l’S&P 500 potrebbe subire un calo, potenzialmente del 4,3% nel primo trimestre, mentre gli investitori internazionali potrebbero vedere il rallentamento USA come un’opportunità per diversificare in altri mercati.

In sintesi, l’economia USA si trova a un bivio, con un PIL in calo e un’inflazione ostinata che generano un mix di rischi e opportunità. La volatilità dei mercati è destinata a persistere, mentre gli investitori attendono chiarezza sulle politiche economiche e monetarie.

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