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Market Outlook: Settimana Cruciale per Inflazione e Politica Monetaria – Focus su PPI USA, BCE e CPI

  • Immagine del redattore: Filippo Sala
    Filippo Sala
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Questa settimana si profila come un momento pivotal per i mercati globali, con una serie di dati macroeconomici e decisioni di politica monetaria che potrebbero delineare il percorso dell'inflazione e dei tassi di interesse negli USA e in Europa. In un contesto di economia in raffreddamento e con rischi geopolitici e commerciali in aumento, l'attenzione è rivolta al Producer Price Index (PPI) USA in uscita mercoledì 10 settembre, alla decisione sui tassi della Banca Centrale Europea (BCE) giovedì 11 settembre, e al Consumer Price Index (CPI) USA lo stesso giorno. Questi indicatori, rilasciati in rapida successione, potrebbero influenzare le aspettative per i tagli ai tassi della Federal Reserve e della BCE.


Producer Price Index (PPI) USA: Segnali di Pressioni Inflazionistiche a Monte

Mercoledì 10 settembre, alle 14:30 ora italiana, il Bureau of Labor Statistics (BLS) pubblicherà il PPI per agosto 2025, che misura le variazioni dei prezzi all'ingrosso per beni e servizi prodotti negli USA. Questo indicatore è un precursore chiave dell'inflazione al consumo, riflettendo costi che potrebbero filtrare nei prezzi finali.

Le stime recenti indicano un aumento YoY del 3.3%, in linea con il 3.3% registrato a luglio, che ha superato le attese del 2.5%. Su base mensile (MoM), gli analisti prevedono un rialzo dello 0.2%, un rimbalzo dal flat di giugno. Il PPI core, esclusi cibo ed energia, potrebbe mostrare una dinamica simile, con pressioni persistenti nei servizi e nelle commodities dovute a tensioni commerciali e costi energetici. A luglio, i prezzi sono saliti del 3.3% YoY, superiori alla media storica del 2.61%.

Un dato superiore alle attese potrebbe rafforzare i timori di inflazione sticky, riducendo le probabilità di tagli aggressivi ai tassi dalla Fed e spingendo al rialzo i rendimenti dei Treasury. Al contrario, un calo inatteso supporterebbe un sentiment risk-on, beneficiando equities e commodities.


Decisione sui Tassi della BCE: Pausa nei Tagli per Valutare l'Economia

Giovedì 11 settembre, la BCE annuncerà la sua decisione sui tassi di interesse, seguita dalla conferenza stampa della Presidente Christine Lagarde. Con l'economia dell'Eurozona che mostra segni di stabilità nonostante rischi da tariffe e geopolitica, gli economisti prevedono un mantenimento dei tassi invariati: il tasso di rifinanziamento principale al 2.15% e il tasso sui depositi al 2.0%.

Questa pausa segue otto tagli cumulativi dal 2024, con l'ultimo a giugno 2025 che ha portato i tassi ai livelli attuali. L'outlook inflazionistico della BCE per il 2025 rimane al 2.0%, in calo dal 2.3% precedente, con proiezioni al 1.6% per il 2026. Analisti ritengono che la BCE stia valutando l'impatto di potenziali disruption commerciali prima di ulteriori mosse, con un possibile taglio finale rimandato a dicembre.

Se Lagarde adotta un tono hawkish, enfatizzando la resilienza economica, l'euro potrebbe rafforzarsi contro il dollaro, pesando sulle esportazioni europee. Un segnale dovish, invece, potrebbe accelerare le aspettative di easing, supportando i mercati azionari dell'Eurozona.


Consumer Price Index (CPI) USA: Il Test Definitivo per l'Inflazione al Consumo

Sempre giovedì 11 settembre, alle 14:30 ora italiana, il BLS rilascerà il CPI per agosto 2025, l'indicatore preferito dalla Fed per monitorare l'inflazione al consumo. Questo dato è cruciale in vista del meeting FOMC di settembre, potendo influenzare decisioni su tagli ai tassi.

Le previsioni indicano un CPI YoY intorno al 2.9%, in lieve aumento dal 2.7% di luglio. Il CPI core potrebbe attestarsi al 3.2%, con pressioni nei servizi abitativi e trasporti.

Un beat sulle stime potrebbe ritardare i tagli Fed, rafforzando il dollaro e pesando su oro e tech stocks. Al ribasso, accelererebbe le scommesse su un easing di 50 basis points, con guadagni per i mercati emergenti.


In sintesi, questa settimana testerà la narrativa di disinflazione, con potenziali shift nelle politiche monetarie.

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