Macro Weekly - BCE e Fed: Strategie Divergenti tra Tassi e Tensioni
- Filippo Sala
- 18 apr
- Tempo di lettura: 3 min
La settimana sta giungendo al termine e la giornata di ieri ha messo in evidenza le profonde differenze nelle strategie delle principali banche centrali, con la Banca Centrale Europea (BCE) e la Federal Reserve (Fed) che hanno adottato approcci divergenti per affrontare un contesto economico complesso, segnato da tensioni commerciali USA-Cina, rischi di crescita al ribasso e pressioni inflazionistiche.
Le decisioni di politica monetaria, accompagnate dai dati macroeconomici settimanali, hanno delineato un quadro di incertezza che continua a influenzare mercati valutari, azionari e prospettive economiche globali.
Punti principali:
La BCE ha annunciato un taglio di 25 punti base
Jerome Powell assume un tono hawkish
Tensioni Commerciali crescenti USA-Cina
BCE: Un Taglio per la Crescita
La BCE ha annunciato un taglio di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 2,25%, il settimo ribasso consecutivo da giugno 2024. La decisione, unanime e in linea con le attese, riflette la preoccupazione per i rischi di crescita al ribasso, alimentati da volatilità finanziaria, incertezze per famiglie e imprese e una rivalutazione dell’euro. La presidente Christine Lagarde ha enfatizzato “prontezza” e “agilità”, evitando di pronunciarsi sull’impatto dei dazi sull’inflazione, che a marzo 2025 si attestava al 2,2%, vicina al target del 2%.
La rimozione del termine “restrittiva” dalla comunicazione suggerisce che i tassi siano vicini a un livello neutrale, ma la porta resta aperta a ulteriori ribassi, con previsioni di un possibile 1,75% entro fine 2025 o persino 1,50% in caso di peggioramento economico.
La BCE continua a seguire un approccio “data-driven”, con decisioni prese riunione per riunione.
Fed: Powell e l’Inflazione in Primo Piano
Negli Stati Uniti, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha assunto un tono hawkish, concentrandosi sul rischio che i dazi possano tradursi in un’inflazione persistente.
Powell ha sottolineato l’importanza di evitare che un aumento temporaneo dei prezzi diventi strutturale, mostrando una divergenza con membri del FOMC come il governatore Waller, che prevede un rallentamento della crescita tale da giustificare futuri tagli dei tassi.
Le sue dichiarazioni hanno contribuito a un calo delle borse USA, già sotto pressione per le restrizioni sui chip Nvidia verso la Cina, ma i mercati dei tassi sono rimasti stabili.

Tensioni Commerciali USA-Cina: Una Minaccia Globale
Le scelte di BCE e Fed si inseriscono in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Pechino ha posto condizioni per i negoziati, chiedendo maggiore rispetto, coerenza politica e una gestione delle questioni su sanzioni e Taiwan.
Gli USA, fortemente dipendenti dalle importazioni cinesi , appaiono in una posizione negoziale più fragile rispetto a Pechino, che copre solo il 3% delle sue importazioni con prodotti americani.
La Casa Bianca insiste affinché la Cina faccia il primo passo, ma un’escalation tariffaria rischierebbe di danneggiare entrambe le economie, con ripercussioni globali. I report macroeconomici settimanali, come quelli di Bloomberg, sottolineano che un’intensificazione della guerra commerciale potrebbe amplificare la volatilità dei mercati e pesare ulteriormente sulla crescita globale.
Dati Macroeconomici: Un Quadro di Incertezza
I report macroeconomici settimanali forniscono un contesto aggiuntivo alle decisioni delle banche centrali. In Europa, i dati preliminari sull’inflazione di marzo (2,2%) e sulla produzione industriale dell’area euro (+0,4% su base mensile, secondo Eurostat) indicano una stabilizzazione, ma la crescita resta fragile, con proiezioni per il 2025 riviste al ribasso allo 0,9%.
Questi numeri rafforzano la cautela della BCE e il tono più aggressivo della Fed, evidenziando le sfide di bilanciare inflazione e crescita in un contesto di shock esterni.
Prospettive
Le strategie divergenti di BCE e Fed riflettono contesti economici distinti: l’Europa cerca di stimolare una crescita anemica, mentre gli USA si concentrano sul controllo dell’inflazione in un’economia sotto pressione. Tuttavia, entrambe le banche centrali operano in un contesto globale dominato dalle tensioni USA-Cina, che potrebbero ridefinire le dinamiche economiche. Con la BCE pronta a ulteriori tagli e la Fed che mantiene una stance hawkish, i mercati resteranno in attesa di segnali più chiari sull’evoluzione delle politiche commerciali e dei dati economici, che saranno cruciali per definire il percorso del 2025.
Fonti: Bloomberg, Macrobond, MUFG GMR, Eurostat