USA Verso lo Shutdown Governativo: L'Avvertimento di Vance e le Implicazioni Finanziarie
- Filippo Sala

- 30 set
- Tempo di lettura: 2 min
Il recente avvertimento del Vicepresidente JD Vance su un imminente shutdown governativo USA ha acceso i riflettori sulle tensioni politiche e le loro ripercussioni economiche. La dichiarazione è giunta al termine di un incontro infruttuoso alla Casa Bianca il 29 settembre 2025, dove il Presidente Donald Trump ha incontrato i leader congressuali per discutere un continuing resolution (CR) per finanziare il governo oltre il 30 settembre. Vance ha puntato il dito contro i Democratici, accusandoli di voler condizionare l'accordo all'inclusione di estensioni per sussidi sanitari, inclusi quelli potenzialmente per immigrati non autorizzati, definendolo "assurdo" e "preposterous". Dal transcript del suo discorso, emerge una critica al sistema sanitario attuale, attribuito a politiche democratiche decennali, e un appello a negoziare con il governo aperto per non far soffrire gli americani.
Storicamente, gli shutdown hanno impatti economici modesti se brevi, ma analisti come Jack Janasiewicz di Natixis Investment Managers avvertono che stavolta potrebbe essere diverso, data l'economia USA con un mercato del lavoro in rallentamento, rischi di stagflazione e valutazioni azionarie elevate. Secondo stime, una settimana di shutdown ridurrebbe la crescita del PIL dello 0,1-0,2%, con costi totali intorno ai 7 miliardi di dollari settimanali, inclusi ritardi in pagamenti federali e furlough per centinaia di migliaia di lavoratori. Settori chiave come la difesa potrebbero continuare operazioni essenziali con fondi non scaduti, ma contratti nuovi verrebbero sospesi.
Un effetto critico sarebbe il ritardo nei dati economici: il Bureau of Labor Statistics non pubblicherebbe il report sui nonfarm payrolls di settembre né il JOLTS su aperture di posti di lavoro, influenzando le decisioni della Fed sui tassi e potenzialmente causando volatilità nei mercati. Anche la stima iniziale del PIL del terzo trimestre, prevista per il 30 ottobre, potrebbe slittare. Le piccole imprese subirebbero stop ai prestiti SBA, mentre servizi pubblici come parchi nazionali e alcuni uffici federali chiuderebbero.
Le reazioni dei mercati globali riflettono l'incertezza: l'oro ha toccato i massimi a 3.843 dollari, fungendo da safe haven; il petrolio è calato con WTI a 63 dollari e Brent a 67,51, influenzato anche da fattori OPEC+; le borse asiatiche hanno visto l'MSCI Asia-Pacific salire dello 0,5%, mentre i futures USA sono rimasti stabili, con Dow in calo minimo dello 0,04%. Valute come il dollaro sono rimaste piatte contro lo yen a 148,62.
Per contestualizzare, lo shutdown del 2018-2019 costò 11 miliardi di dollari, di cui 3 irrecuperabili, secondo il CBO. Un prolungato impasse potrebbe danneggiare la forza lavoro federale e i servizi, con costi nascosti oltre i salari persi. Polymarket indica una probabilità del 77% di shutdown entro il 1 ottobre, segnalando crescenti scommesse su una crisi.
In sintesi, mentre shutdown brevi hanno impatti limitati, il contesto attuale amplifica i rischi, potenzialmente erodendo la fiducia nei mercati e complicando la politica monetaria.














