Tassi Invariati al 4%: La Bank of England Sceglie la Prudenza tra Inflazione e Crescita
- Filippo Sala

- 18 set
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La Bank of England (BOE) ha annunciato oggi, 18 settembre 2025, la decisione di mantenere invariato il bank rate al 4,00%, confermando le aspettative del mercato e riflettendo un approccio prudente nel ciclo di allentamento monetario. Questa mossa, presa durante la riunione del Monetary Policy Committee (MPC) conclusasi ieri, segna un momento di continuità nella politica monetaria britannica, in un contesto di inflazione persistente e crescita economica moderata. Il voto, con una maggioranza di 7-2 a favore del mantenimento, evidenzia una divisione interna ma non conflittuale: i due dissidenti, Swati Dhingra e Charles Taylor, hanno sostenuto un taglio di 25 punti base (bps), mentre nessuno ha votato per un rialzo. Dhingra e Taylor, noti per le loro posizioni accomodanti, continuano a spingere per un allentamento più rapido, ma il comitato nel suo complesso ha optato per la cautela, evitando le tensioni osservate nella riunione di agosto.
Lo statement ufficiale della BOE sottolinea diversi punti chiave che delineano il rationale della decisione. Innanzitutto, la disinflazione sta procedendo, con miglioramenti particolarmente evidenti nella dinamica dei salari. La crescita salariale rimane elevata, al 4,5% su base annua a maggio, ma è in calo rispetto al picco di oltre il 6% alla fine del 2024, e si prevede un ulteriore rallentamento al 3,5%-4,0% entro il quarto trimestre del 2025. Tuttavia, persistono rischi inflazionistici di medio termine, con l'inflazione headline al 3,8% ad agosto – trainata da servizi (4,7%) e generi alimentari – e prevista salire al 4,0% a settembre prima di riprendere la discesa verso il target del 2% entro metà 2027.
Questo "bump" temporaneo è attribuito a effetti base e pressioni esterne, ma potrebbe influenzare il comportamento dei prezzi se non gestito con attenzione.
Sul fronte della crescita, la BOE identifica rischi al ribasso, inclusi fattori geopolitici e un'economia che mostra segni di rallentamento. La crescita del PIL è prevista all'1,3% per il 2025, in lieve calo dall'1,4% del 2024, con un calo delle vacancy del 5,8% tra maggio e luglio e un tasso di disoccupazione stabile al 4,7%. Il comitato ribadisce un approccio "graduale e prudente" a eventuali futuri tagli, senza un percorso predefinito: il timing e il ritmo dipenderanno strettamente dai dati economici in arrivo, come wage growth, PIL e indicatori di inflazione core. Il governatore Andrew Bailey ha enfatizzato in recenti dichiarazioni una "maggiore incertezza" sul ritmo dei tagli, riflettendo le sfide poste da un'inflazione che non si è ancora stabilizzata al target.
Un elemento aggiuntivo della decisione odierna è il rallentamento del quantitative tightening (QT), il programma di riduzione del bilancio della BOE. Dopo aver ridotto le holding di gilt da 875 miliardi di sterline a 558 miliardi dal 2022, il comitato ha deciso di moderare il ritmo annuale da 100 miliardi a circa 60-70 miliardi per il periodo ottobre 2025-settembre 2026. Questa mossa mira a evitare shock al mercato obbligazionario, mantenendo un equilibrio tra normalizzazione monetaria e stabilità finanziaria.
In un contesto globale, questa decisione si allinea con le mosse di altre banche centrali: la Fed ha tagliato ieri per la prima volta nel 2025, sotto pressione politica, mentre la BOE mantiene un tono hawkish rispetto alle proiezioni. Per le imprese britanniche, ciò implica costi di finanziamento stabili, favorevoli per investimenti a lungo termine, ma con rischi se l'inflazione persiste. I consumatori potrebbero beneficiare di un eventuale allentamento entro fine anno, ma solo se wage growth e occupazione reggono.
Guardando avanti, la prossima riunione MPC è fissata per novembre 2025, dove il budget autunnale e nuovi dati su inflazione e occupazione potrebbero influenzare le decisioni. Economisti prevedono che il bank rate potrebbe scendere al 3,75%-3,80% entro inizio 2026, ma solo se l'inflazione non rimbalza oltre le attese. In sintesi, la BOE conferma un percorso cauto, bilanciando disinflazione e rischi, in un'economia che richiede vigilanza costante.














