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Powell e il FOMC: Tassi Invariati, Cautela su Inflazione e Dazi

  • Immagine del redattore: Filippo Sala
    Filippo Sala
  • 31 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 11 minuti fa

Il 30 luglio 2025, il Federal Open Market Committee (FOMC) ha mantenuto invariato il target range per il tasso dei fondi federali al 4,25%-4,50%, come confermato dalla dichiarazione ufficiale disponibile su Dichiarazione FOMC della Federal Reserve. Questa decisione, la quinta consecutiva senza modifiche, è avvenuta in un contesto di incertezza economica, con due governatori, Michelle W. Bowman e Christopher J. Waller, che hanno dissentito, preferendo un abbassamento di 0,25 punti percentuali, un evento raro che non si verificava dal 1993.


Powell ha descritto l'economia come solida, ma con una crescita moderata. Il PIL è cresciuto dell'1,2% nella prima metà del 2025, in calo rispetto al 2,5% dell'anno precedente, principalmente a causa di un rallentamento della spesa dei consumatori, come evidenziato nella conferenza stampa.

Il settore immobiliare è debole, e le fluttuazioni delle esportazioni nette complicano l'interpretazione del PIL, con un possibile effetto marginale dalla recente legislazione fiscale, considerato non rilevante.


L'inflazione rimane sopra l'obiettivo del 2%, con l'indice PCE a 2,5% e il PCE core a 2,7% su base annua a giugno 2025, come confermato dal trascritto della conferenza stampa. Powell ha notato che i dazi stanno iniziando a pesare su alcuni beni, con un impatto ancora incerto. Lo scenario base suggerisce un effetto una tantum sui prezzi, ma ci sono rischi di inflazione più alta o di un aumento della disoccupazione.


Il mercato del lavoro è solido, con un tasso di disoccupazione al 4,1% e un incremento medio di 150.000 posti di lavoro al mese negli ultimi tre mesi. Tuttavia, la creazione di posti di lavoro è rallentata, specialmente nel settore privato, con domanda e offerta di lavoro che diminuiscono a ritmo simile. Ci sono rischi al ribasso, con un focus principale sul tasso di disoccupazione, come evidenziato da Powell.


La politica monetaria è moderatamente restrittiva, e nessuna decisione è stata presa per settembre, con due report su NFP e CPI attesi prima della riunione, come confermato da Powell. La Fed non considera i costi governativi nelle decisioni sui tassi per preservare la credibilità, mirando al 2% di inflazione e alla piena occupazione senza frenare inappropriatamente l'economia.


I dazi iniziano a riflettersi nei prezzi al consumo, con costi condivisi tra consumatori e rivenditori. Powell ha definito l'impatto ancora incerto, con "una lunga strada da percorrere" per valutarlo, e le negoziazioni commerciali restano dinamiche e irrisolte.


Dopo la conferenza, la probabilità di un taglio dei tassi a settembre è scesa dal 68% al 49%, e per ottobre dal 83% al 69%, riflettendo la cautela del mercato.

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