Nuove Tariffe: la Svolta Protezionista Ridefinisce il Commercio Globale
- Filippo Sala

- 10 apr
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 12 apr
Dazi al 125% sulla Cina e misure su acciaio, auto e partner USMCA: quali conseguenze all’orizzonte?
Il panorama del commercio internazionale si è trasformato negli ultimi giorni con l’introduzione di nuove tariffe che stanno già suscitando dibattiti. La Cina è al centro della scena: i dazi nei suoi confronti sono schizzati al 125%, un aumento netto rispetto al 104% di mercoledì e al 20% di martedì scorso. Questa escalation suggerisce una postura più rigida verso Pechino, con probabili ripercussioni per le imprese che dipendono dalle importazioni cinesi, costrette ora a rivedere costi e strategie.
Per gli altri paesi, esclusi Russia, Corea del Nord e Bielorussia, è stato fissato un dazio del 10% che durerà per i prossimi 90 giorni. Una misura più contenuta, ma che riflette comunque l’intento di proteggere la produzione interna. Materiali chiave come acciaio e alluminio subiranno invece una tariffa del 25%, una scelta in linea con la volontà di tutelare settori strategici. Stesso destino per le auto importate, anch’esse colpite da un dazio del 25%, che potrebbe tradursi in prezzi più alti per i consumatori.
Anche Canada e Messico, legati agli Stati Uniti dall’USMCA, non sono immuni: i beni non conformi all’accordo affronteranno un 25% di tariffe. Una decisione che potrebbe generare qualche attrito con i vicini nordamericani, nonostante la partnership commerciale.
Queste misure segnano un ritorno del protezionismo, ridisegnando le dinamiche globali. Ora la domanda è: quali saranno le reazioni dei paesi coinvolti e gli effetti a lungo termine di questa svolta?














