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Lo Stretto di Hormuz: Perché all’Iran non Conviene Chiuderlo

  • Immagine del redattore: Filippo Sala
    Filippo Sala
  • 23 giu
  • Tempo di lettura: 3 min

Lo Stretto di Hormuz, situato tra Oman e Iran, è un corridoio marino di circa 33 km nel punto più stretto, che collega il Golfo Persico al Golfo di Oman e al Mar Arabico. Esso è il "punto di strozzatura più importante al mondo per il petrolio", con flussi che nel 2024 e nel primo trimestre del 2025 hanno rappresentato più di un quarto del commercio marittimo globale di petrolio e circa un quinto del commercio di gas naturale liquefatto (GNL), principalmente dal Qatar. Dati recenti indicano che circa 20 milioni di barili di petrolio al giorno lo attraversano, equivalenti al 20% del consumo globale di petrolio liquido.

La sua importanza deriva dall'assenza di alternative significative per l'esportazione via mare dal Golfo Persico, con pipeline alternative, come quella dell'Arabia Saudita, che hanno capacità limitate.


Motivazioni dell'Iran per la Potenziale Chiusura

Le tensioni geopolitiche recenti hanno portato l'Iran a considerare la chiusura dello stretto come misura di rappresaglia. Il 22 giugno 2025, il parlamento iraniano ha approvato una misura per chiudere lo stretto, in risposta agli attacchi degli USA ai suoi siti nucleari. Questa decisione segue le dichiarazioni del ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, che ha definito gli attacchi USA come il superamento di "una linea rossa molto grande", e del Leader Supremo Ayatollah Ali Khamenei, che ha promesso punizioni per Israele. La chiusura potrebbe essere vista come un mezzo per esercitare pressione economica, interrompendo l'approvvigionamento globale di petrolio e colpendo paesi come Cina, India e Giappone, che importano la maggior parte del petrolio che transita dallo stretto.


Perché la Chiusura Potrebbe Non Convenire all'Iran

Nonostante le minacce, chiudere lo stretto potrebbe essere controproducente per l'Iran. Come esportatore di petrolio, l'Iran dipende dallo stretto per le sue esportazioni, che sono vitali per la sua economia, già colpita da sanzioni occidentali. Una chiusura interromperebbe anche le esportazioni iraniane, causando danni economici significativi. Inoltre, inviterebbe una risposta militare immediata dagli USA siccome il presidente Donald Trump probabilmente non tollererebbe una tale mossa.

Inoltre, la chiusura potrebbe alienare vicini come l'Arabia Saudita, con cui l'Iran sta lentamente migliorando i rapporti, e disturbare il commercio con la Cina, che compra circa il 90% del petrolio iraniano a sconti significativi.


Impatto Potenziale sui Prezzi del Petrolio

La chiusura dello stretto avrebbe un impatto significativo sui prezzi del petrolio. I prezzi potrebbero superare i 100 o addirittura 150 dollari al barile con un aumento del 20% dei prezzi del Brent grezzo dall'inizio di giugno. Il 22 giugno 2025, i prezzi del Brent erano a circa 77 dollari al barile, ma sono saliti al 10% sopra i 77 dollari dopo le notizie. Questo aumento è attribuito alla paura di una riduzione dell'offerta, con il 20% del consumo globale di petrolio che passa attraverso lo stretto.

L'impatto sarebbe particolarmente grave per mercati asiatici come Cina, India e Giappone, che importano la maggior parte del petrolio che transita dallo stretto, ma anche gli USA, che importano circa 2 milioni di barili al giorno, vedrebbero un aumento dei prezzi della benzina. Un rapporto di Euronews avverte che un aumento sopra i 120 dollari al barile potrebbe causare una recessione globale simile a quella del 1973, 1990 o 2022 Conclusione

In sintesi, la potenziale chiusura dello Stretto di Hormuz rappresenta un rischio significativo per il commercio globale di petrolio, con implicazioni economiche profonde. Sebbene l'Iran possa vedere la chiusura come un mezzo di pressione, le conseguenze economiche per sé stesso e il rischio di ritorsioni militari rendono questa opzione altamente controversa.

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