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Lavoro USA in raffreddamento: segnali crescenti di inversione ciclica

  • Immagine del redattore: Filippo Sala
    Filippo Sala
  • 4 ago
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 11 minuti fa

Job Openings and Labor Turnover Survey

Il report JOLTS di fine luglio (riferito a giugno 2025) ha mostrato un ulteriore rallentamento del mercato del lavoro: le posizioni lavorative aperte (job openings) sono scese a 7,437 milioni, da 7,762 milioni di maggio rivisti, contro 7,50 milioni attesi dal consensus.

Il dato di maggio è stato corretto al ribasso di circa 57.000 unità (da 7,757 a 7,700 milioni.

Anche le nuove assunzioni sono diminuite leggermente a 5,204 milioni (–261.000 rispetto a maggio). Nel complesso, il Bureau of Labor Statistics ha sottolineato che “il numero di posti vacanti è rimasto pressoché invariato a 7,4 milioni”, confermando comunque un andamento debolmente decrescente rispetto alle attese.

La risultanza macroeconomica è chiara: il dato JOLTS indica un mercato del lavoro ancora in rallentamento ordinato, senza segnali di crollo improvviso. La riduzione dei posti vacanti suggerisce un mercato del lavoro che non sta collassando, ma sta rallentando in modo ordinato, riducendo così la pressione sulla Fed di tagliare i tassi nel breve termine. Di fatto, questi dati rafforzano l’ipotesi che la Fed manterrà il profilo di politica monetaria prudente, in attesa di ulteriori conferme.

Le quotazioni sui futures USA sulle scadenze dei tassi rimangono ancorate all’idea di stabilità monetaria, anche se alcuni analisti ritengono che un persistente indebolimento del mercato del lavoro potrebbe in prospettiva accelerare la fine del ciclo restrittivo.

Il consenso degli analisti è che questo report non abbia scosso i mercati in modo drastico, ma confermi il quadro di un rallentamento graduale che tiene sostanzialmente immutato il giudizio sulla Fed.


Rapporto ADP sull’occupazione privata

Il rapporto ADP, pubblicato il 30 luglio, ha rilevato un aumento dei posti di lavoro nel settore privato (+104.000 unità a luglio) superiore alle attese. Anche il dato di giugno è stato significativamente rivisto: da –33.000 a –23.000, attenuando così il calo originario. In pratica, dopo il forte raffreddamento di giugno, l’ADP mostra un parziale recupero delle assunzioni private a luglio.


Anche l’interpretazione macro è di un mercato del lavoro in rallentamento. Analisti notano che l’aumento delle buste paga ADP è avvenuto “in un contesto di rallentamento del mercato del lavoro”, aggravato dall’incertezza legata alle politiche tariffarie USA, che sta frenando gli investimenti e le assunzioni da parte delle imprese. In particolare, il report sottolinea come il numero di richieste di sussidio di disoccupazione stia rimanendo elevato, sintomo di tensioni sul mercato. Nonostante ciò, l’ADP non fornisce una previsione affidabile del più ampio payroll del governo, tuttavia il dato migliore del previsto lascia intendere che il rallentamento potrebbe essere più graduale del temuto. In termini di politica monetaria, gli economisti continuano a stimare che la Fed manterrà i tassi nel range 4,25%-4,50% nella riunione di fine luglio. Il report ADP non modifica dunque sostanzialmente le prospettive: il mercato si attende una Fed paziente, che valuterà attentamente prima di qualsiasi decisione di alzare o abbassare i tassi.


Non-Farm Payrolls

L’ultimo dato occupazionale chiave è il payroll ufficiale del Dipartimento del Lavoro, uscito il 1° agosto.

A luglio le non-farm payrolls sono aumentate di soli +73.000 unità, ben al di sotto dei +110.000 attesi. Contemporaneamente, il tasso di disoccupazione è salito al 4,2% (da 4,1% di giugno). La sorpresa è stata amplificata dalle consistenti revisioni: il dato di giugno è stato drasticamente rivisto da +147.000 a +14.000 (–133.000) e maggio è stato abbassato da +144.000 a +19.000 (–125.000).

Complessivamente, nei due mesi maggio-giugno i nuovi posti di lavoro risultano ora 258.000 in meno di quanto originariamente riportato.

Questi numeri indicano un mercato del lavoro in chiaro spegnimento, scenario che cambia radicalmente le prospettive macro. Gli analisti osservano che il mercato del lavoro statunitense sembra essersi “incagliato” su ritmi di crescita molto bassi, vicino alla soglia di arresto. Questa dinamica allenta le tensioni inflazionistiche e spinge gli investitori a riprezzare il percorso della Fed: subito dopo l’annuncio, le probabilità implicite di un taglio dei tassi a settembre sono balzate significativamente (dal 38% circa al 81% secondo i futures su CME). In altre parole, i mercati adesso considerano molto più probabile un primo taglio già in autunno, esattamente l’opposto di quanto avevano scontato dopo il meeting di fine luglio.



In conclusione, i dati congiunti di JOLTS, ADP e NFP della scorsa settimana delineano con chiarezza un mercato del lavoro statunitense in fase di decelerazione ciclica, ma non ancora in contrazione severa. La narrativa che emerge è quella di un’economia che sta perdendo slancio occupazionale in modo progressivo, con una dinamica più marcata negli ultimi due mesi rispetto alla tendenza vista nel primo semestre dell’anno.

In particolare:

  • Il graduale calo delle offerte di lavoro (JOLTS) e il raffreddamento delle assunzioni (ADP) indicano che le imprese stanno ricalibrando le loro aspettative di crescita e stanno adottando un approccio più cauto nei piani di espansione del personale.

  • Il drammatico ridimensionamento delle payrolls NFP e le pesanti revisioni retroattive suggeriscono che il mercato del lavoro è stato più debole di quanto percepito finora. La perdita di oltre 250.000 posti di lavoro "fantasma" tra maggio e giugno cambia radicalmente la lettura del momentum macroeconomico.

  • Il tasso di disoccupazione al 4,2%, pur non essendo allarmante in termini storici, segna un punto di svolta: da qui in avanti, ogni decimale di incremento potrebbe essere interpretato come un segnale di deterioramento della domanda aggregata.

Tutto questo accade in un contesto in cui le pressioni inflazionistiche stanno rientrando e la Fed ha già raggiunto un livello di tassi altamente restrittivo. L’insieme dei dati suggerisce che il mercato del lavoro ha smesso di essere un ostacolo alla normalizzazione della politica monetaria. Anzi, se il trend attuale dovesse proseguire, la Fed potrebbe trovarsi costretta ad agire prima del previsto per evitare un atterraggio troppo duro.

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