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La BCE Taglia i Tassi: Divergenza con la Fed Mentre l'Inflazione Europea Rallenta

  • Immagine del redattore: Filippo Sala
    Filippo Sala
  • 1 giorno fa
  • Tempo di lettura: 4 min

Il Consiglio Direttivo riduce il tasso sui depositi al 2% in risposta al raffreddamento dei prezzi. Le nuove stime vedono l’inflazione tornare in linea con l’obiettivo già nel 2025. Politica monetaria ora orientata a dati e rischi macroeconomici.

Di Filippo Sala

La Banca Centrale Europea ha annunciato oggi un taglio del tasso di interesse sui depositi di 25 punti base, portandolo al 2,00%, il livello più basso dall'inizio del 2023. La decisione arriva in un momento di chiaro rallentamento dell’inflazione nell’area euro e di crescenti rischi globali, inclusi gli effetti delle nuove tensioni commerciali riaccese da Donald Trump.

Come affermato nel comunicato ufficiale, “l’inflazione è diminuita in modo significativo e si prevede che continuerà a muoversi verso il nostro obiettivo del 2%”. Le proiezioni aggiornate dello staff della BCE indicano ora un’inflazione media al 2,5% nel 2024, in calo rispetto al 2,7% previsto in precedenza, e una discesa al 2,0% nel 2025, centrando così l’obiettivo ufficiale.


Con questa mossa, la BCE ha accentuato la divergenza con la Federal Reserve statunitense, che ha mantenuto i tassi fermi tra il 4,25% e il 4,50% nella riunione di maggio, a fronte dei 2,00% ora fissati dalla BCE. La differenza nei tassi di riferimento tra le due sponde dell’Atlantico ha così superato i due punti percentuali, toccando il massimo differenziale degli ultimi 5 anni.

Questo scarto è il riflesso di due approcci divergenti: la BCE vede una normalizzazione dell’inflazione e segnali di stagnazione economica; la Fed, al contrario, è ancora preoccupata per le pressioni inflazionistiche persistenti negli Stati Uniti. Il risultato è che l’Eurozona si trova ora in un ciclo di allentamento, mentre gli USA restano in modalità restrittiva.


Le nuove proiezioni sull'inflazione della BCE

Le nuove proiezioni della BCE confermano che l'inflazione nell'area dell'euro sta tornando verso il 2%. Nel comunicato stampa odierno la BCE ha osservato che l'inflazione complessiva dovrebbe attestarsi in media al 2,0% nel 2025 , in calo rispetto alle previsioni precedenti (ciò implica che l’inflazione sarà pari o inferiore al 2% entro la fine del 2025). Infatti, un’analisi indipendente ha evidenziato che “l’inflazione è prevista al 2,2% il prossimo anno… [con] un calo rispetto all’obiettivo nella seconda metà dell’anno”.

A maggio 2025, l'inflazione si attesta già intorno all'1,9% (dopo essere scesa da oltre il 10% a fine 2022). Con l'inflazione vicina all'obiettivo, i funzionari della BCE affermano che le pressioni sui prezzi di fondo si stanno moderando e "si stabilizzeranno intorno al nostro obiettivo di medio termine del 2%" se l'attuale tendenza alla disinflazione continua.

I punti chiave della conferenza stampa della Lagarde

Nella conferenza stampa post-riunione, la Presidente della BCE Christine Lagarde ha sottolineato che il Consiglio direttivo era unito nel tagliare i tassi questo mese. Lagarde ha ribadito che la decisione si basa sulle ultime previsioni di inflazione e sulla necessità di sostenere la crescita. In particolare, ha espresso cautela riguardo al percorso futuro : la BCE sarà "dipendente dai dati e da ogni riunione" e "non si impegnerà in anticipo" su alcuna traiettoria specifica. In effetti, il linguaggio di Lagarde ha lasciato la porta aperta a ulteriori tagli, se necessario, pur riconoscendo l'incertezza. Ha anche sottolineato che i tagli finora effettuati hanno reso le condizioni di finanziamento "significativamente meno restrittive" e che i responsabili politici erano in una “buona posizione” al livello attuale del tasso neutrale.

In una sessione di domande e risposte ha discusso gli scenari di guerra commerciale e ha rassicurato i mercati che l'inflazione sarà mantenuta entro gli obiettivi in ​​tutti gli scenari.

Nel complesso, il tono di Lagarde combinava l'ottimismo sulla disinflazione con un implicito avvertimento sul permanere di rischi. Alcuni politici aggressivi hanno già suggerito di sospendere ulteriori tagli per valutarne l'impatto, dato il ritardo di 12-18 mesi nell'attuazione della politica monetaria ma altri membri del Consiglio hanno osservato che l’inflazione a breve termine potrebbe scendere al di sotto dell’obiettivo e che potrebbe essere necessaria una maggiore spesa pubblica per la difesa e le infrastrutture per prevenire un deficit economico.


Analisi e prospettive

La strategia della BCE sembra essere una svolta a sostegno della crescita, alla luce del rallentamento dell'inflazione. La banca centrale sta attualmente attuando uno dei cicli di allentamento monetario più aggressivi degli ultimi anni e commenti ufficiali sottolineano che la politica monetaria non è più restrittiva; la BCE ritiene che l’economia abbia bisogno di costi di indebitamento più bassi per sostenere la crescita in calo. Allo stesso tempo, i funzionari della BCE hanno cautamente segnalato che questa pausa nel restringimento dei tassi non significa che i tassi siano fermi in modo permanente.

In sintesi, la mossa della BCE riflette un gioco di equilibri: deve stimolare la crescita senza riaccendere l'inflazione. La banca centrale monitorerà attentamente i dati e adotterà le misure necessarie. Come osserva la dichiarazione della BCE, i rischi sono duplici: l'incertezza sulle politiche commerciali e i prezzi dell'energia potrebbero spingere l'inflazione al ribasso, ma la spesa pubblica e i vincoli di offerta potrebbero spingerla al rialzo in futuro. Il contesto storico implica che la BCE sia cauta nel ricadere in quella trappola disinflazionistica, ma attualmente la priorità è garantire che i prezzi non scendano ulteriormente al di sotto.

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