Inflazione nell'Eurozona: Un Lieve Rialzo al 2.1% Rafforza la Cautela della BCE sui Tassi
- Filippo Sala
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Ieri, 2 settembre 2025, Eurostat ha pubblicato la stima flash sull'inflazione dell'Eurozona per agosto, rivelando un aumento annuale al 2.1%, in lieve crescita rispetto al 2.0% registrato a luglio. Questo dato, sebbene vicino all'obiettivo del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea (BCE), ha innescato discussioni tra economisti e investitori sulla traiettoria futura della politica monetaria. L'aumento, superiore alle attese di un consensus che prevedeva una stabilità al 2.0%, sottolinea la persistenza di pressioni inflazionistiche sottostanti, pur in un contesto di moderata ripresa economica.
Analisi delle Componenti dell'Inflazione
Scomponendo il dato, emerge un quadro misto. L'inflazione core, che esclude elementi volatili come energia e alimentari, è rimasta stabile al 2.3% per il quarto mese consecutivo. Questo indica che le pressioni di fondo non stanno accelerando, ma nemmeno decelerando in modo significativo, un segnale che la BCE monitora attentamente per valutare la sostenibilità del ritorno all'obiettivo del 2%.
Alimentari, Alcol e Tabacco: Questa categoria ha registrato il tasso più alto, al 3.2%, in lieve calo dal 3.3% di luglio. Fattori come le fluttuazioni nei prezzi agricoli e le catene di fornitura globali continuano a spingere al rialzo.
Servizi: Al 3.1%, in diminuzione dal 3.2%, rappresenta il contributo maggiore all'inflazione complessiva (circa 1.46 punti percentuali). Qui, le dinamiche salariali nell'Eurozona giocano un ruolo chiave, con incrementi retributivi che potrebbero perpetuare pressioni se non moderati.
Beni Industriali Non Energetici: Stabili allo 0.8%, riflettendo una domanda debole e una produzione manifatturiera ancora in recupero.
Energia: In calo del -1.9%, migliorando dal -2.4% di luglio, grazie a prezzi del petrolio più stabili e a una minore dipendenza da importazioni volatili.
Tra i paesi dell'Eurozona, le variazioni sono eterogenee: l'Estonia ha registrato il tasso più alto al 6.2%, mentre Cipro è scivolata in deflazione allo -0.1%. In Germania, l'inflazione è salita al 2.1%, in Spagna stabile al 2.7%, e in Francia scesa allo 0.8%. Queste disparità complicano la politica unica della BCE, che deve bilanciare esigenze diverse.
Reazione della BCE e Prospettive Monetarie
La BCE ha avviato un ciclo di allentamento a giugno 2025 con un taglio di 25 punti base, portando il tasso di deposito al 2.0%, ma ha optato per una pausa a luglio per rallentamento dell'inflazione e crescita debole. Il dato di agosto rafforza questa strategia: come nota Andrew Kenningham di Capital Economics, "l'aumento modesto non influenzerà la politica monetaria immediata", con tassi invariati attesi almeno fino a dicembre.
Fonti vicine alla BCE indicano che discussioni su ulteriori tagli potrebbero riprendere dopo settembre, ma solo se l'inflazione core mostrasse segni di calo.
Guardando avanti, l'inflazione è prevista oscillare intorno al 2% per il resto del 2025, con possibili cali se l'energia rimane bassa.
In conclusione, mentre il rialzo al 2.1% non è allarmante, rafforza la strategia attendista della BCE, bilanciando rischi e opportunità in un'economia globale incerta.