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Corte USA Blocca i Dazi 'Liberation Day' di Trump

  • Immagine del redattore: Filippo Sala
    Filippo Sala
  • 29 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

L'iniziativa "Liberation Day" di Trump mirava a imporre tasse generalizzate sulle importazioni da paesi che vendono più agli Stati Uniti di quanto comprino, con l'obiettivo di ridurre i deficit commerciali e proteggere le industrie americane. Tuttavia, questa strategia ha incontrato resistenza legale, culminando nella decisione della Corte Federale degli Stati Uniti per il Commercio Internazionale, con sede a New York. La corte, composta da un panel di tre giudici – Timothy Reif (nominato da Trump), Jane Restani (nominata da Reagan) e Gary Katzman (nominato da Obama) – ha emesso una sentenza unanime il 28 maggio 2025, bloccando l'implementazione dei dazi.


La corte ha stabilito che Trump ha superato i limiti della sua autorità, violando l'International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) del 1977. Secondo la sentenza, i dazi non erano giustificati come misura di emergenza, poiché erano progettati per affrontare squilibri commerciali cronici, come i 49 anni consecutivi di deficit commerciale, piuttosto che una situazione di emergenza acuta.


Dettagli della Sentenza

La decisione specifica che "gli ordini tariffari contestati saranno revocati e il loro funzionamento permanentemente vietato".

Tuttavia, la corte ha lasciato intatti altri dazi imposti sotto diverse autorità legali, come la Sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962, che include una tassa del 25% su automobili, parti, acciaio e alluminio importati. Inoltre, Trump può ancora temporaneamente imporre tasse del 15% per 150 giorni su nazioni con significativi deficit commerciali, basandosi sulla Sezione 122 del Trade Act del 1974.

Il caso ha coinvolto almeno sette cause legali, con i querelanti che hanno argomentato che il deficit commerciale non costituisce un'emergenza nazionale. La sentenza è stata emessa da un panel di tre giudici (citati poco prima), evidenziando un consenso trasversale nonostante le diverse nomine politiche.


Reazioni dell'Amministrazione Trump

L'amministrazione Trump ha risposto con fermezza, con il portavoce della Casa Bianca, Kush Desai, che ha dichiarato che i deficit commerciali sono una "emergenza nazionale che ha devastato le comunità americane, lasciato indietro i lavoratori e indebolito la base industriale della difesa". L'amministrazione ha sottolineato il suo impegno a "usare ogni leva del potere esecutivo per affrontare questa crisi e restaurare la grandezza americana".

Inoltre, ha presentato un avviso di appello, indicando che il caso potrebbe essere portato alla Corte Suprema.

Va notato che Trump ha una storia di ignorare pronunciamenti giudiziari su temi controversi, il che solleva interrogativi su come potrebbe reagire a questa decisione. Tuttavia, la natura vincolante della sentenza e il processo di appello suggeriscono che la questione rimarrà aperta per un certo periodo.

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