BCE: Tassi al 2,25% con il Settimo Taglio Consecutivo
- Filippo Sala

- 18 apr
- Tempo di lettura: 2 min
La BCE riduce i tassi per stimolare l’economia europea, in un contesto di inflazione vicina al 2%, rischi di guerre commerciali e rivalutazione dell’euro
Ieri, 17 aprile 2025, la Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato un taglio di 25 punti base dei tassi di interesse, portando il tasso sui depositi dal 2,50% al 2,25%. È il settimo ribasso consecutivo dal giugno 2024, deciso all’unanimità per stimolare l’economia dell’area euro in un contesto di rischi globali, tra cui dazi commerciali e rivalutazione dell’euro.
La Decisione
Con effetto dal 23 aprile 2025, i tassi BCE sono stati aggiornati:
Tasso sui depositi: 2,25%;
Tasso operazioni di rifinanziamento principali: 2,40%;
Tasso operazioni di rifinanziamento marginali: 2,65%.
La presidente Christine Lagarde ha spiegato che il taglio risponde al progresso del processo disinflazionistico, con l’inflazione al 2,2% a marzo 2025, vicina al target del 2%. La BCE prevede un’inflazione al 2,3% nel 2025, per poi stabilizzarsi al 2% nel 2026-2027. La crescita economica è stata rivista al ribasso allo 0,9% per il 2025.
Motivazioni e Contesto
Il ribasso mira a contrastare la debolezza di export e investimenti, aggravata da incertezze globali. La politica monetaria, ora meno restrittiva, rende i prestiti più accessibili, anche se le condizioni di finanziamento restano rigide. La BCE ha ribadito un approccio “data-driven”, con decisioni prese riunione per riunione.
Reazioni dei Mercati
La mossa era attesa, come confermato da analisti e post su X, che la definiscono una spinta per l’economia reale. I mercati hanno reagito senza scossoni, con le borse europee stabili. Secondo BNP Paribas, il tasso sui depositi potrebbe scendere al 2% entro giugno 2025, ma alcuni analisti prevedono una pausa nei tagli se la crescita si stabilizzerà.
Prospettive
La BCE monitorerà inflazione e rischi globali, con prossime riunioni il 5 giugno e 24 luglio 2025. Possibili ulteriori tagli sono attesi, ma dipenderanno dai dati economici. La decisione di ieri conferma l’impegno a sostenere la ripresa, in un’Europa alle prese con sfide strutturali e incertezze internazionali.














