Weekly Market Recap
- Filippo Sala
- 14 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Volatilità, dazi e opportunità nei mercati globali - 14/04/2025
La settimana appena trascorsa è stata un vero ottovolante per i mercati finanziari globali, guidata da un mix di incertezze legate ai dazi commerciali e da risposte politiche che hanno alternato timori e speranze. Ecco un riepilogo delle dinamiche principali, con uno sguardo alle implicazioni per investitori e aziende.
Azionario: Un rally storico seguito da nuove incertezze
I mercati azionari hanno vissuto oscillazioni drammatiche. L’S&P 500, dopo aver sfiorato la soglia del mercato ribassista con un calo del 12% tra il 3 e l’8 aprile, ha registrato mercoledì un rimbalzo epocale (+9,5%), il terzo maggiore guadagno giornaliero dalla Seconda Guerra Mondiale, in risposta alla sospensione di 90 giorni dei dazi “reciproci” annunciata dalla Casa Bianca.
Tuttavia, la volatilità è tornata a dominare giovedì, con il Nasdaq che ha perso il 4,31% a causa di rinnovati timori tariffari, nonostante il sostegno di titoli tecnologici come Nvidia (+3,5%) e Amazon (+2,5%).
In Europa, lo STOXX 50 ha subito un calo del 5,4% a inizio settimana, ma ha recuperato (+4,4%) sull’onda dell’ottimismo per la pausa tariffaria. In Asia, il Nikkei giapponese ha brillato con un balzo del 7% a metà settimana, prima di ritracciare a causa delle tensioni commerciali riaccese. Le valutazioni azionarie, ora più vicine alle medie storiche decennali, suggeriscono che i mercati potrebbero aver già scontato parte dei rischi, creando opportunità per investitori pazienti.

Volatilità: L’indice della paura tocca nuovi picchi
L’indice VIX, barometro della volatilità, ha raggiunto livelli estremi, toccando quota 60 lunedì per poi scendere a 40,72 alla fine della settimana. Oscillazioni giornaliere dell’S&P 500 hanno raggiunto una media del 7%, un livello raro che riflette l’incertezza dominante. Tuttavia, la storia suggerisce che picchi di volatilità come questi spesso precedono rendimenti solidi a sei e dodici mesi, poiché il pessimismo tende a essere già scontato nei prezzi.

Dazi commerciali: Una pausa, ma l’incertezza persiste
L’annuncio del 2 aprile di dazi più elevati aveva scosso i mercati, con la Cina che ha risposto alzando le tariffe sulle importazioni USA al 125%, mentre gli Stati Uniti hanno portato quelle sulla Cina al 145%. La successiva decisione di ridurre l’aliquota tariffaria universale al 10% (esclusa la Cina) ha offerto una boccata d’ossigeno, aprendo uno spiraglio per negoziati nei prossimi 90 giorni. Tuttavia, l’aliquota media effettiva potrebbe comunque salire al 20-25%, con un impatto stimato del 2,4% sul PIL USA nei prossimi due anni, secondo modelli della Fed.
Sebbene la pausa segnali un approccio più conciliatorio, le aziende continuano a navigare in un mare di incertezze. La volatilità rimarrà alta fino a quando i negoziati non produrranno risultati concreti, ma la solida base dell’economia americana – con finanze dei consumatori e bilanci aziendali ancora sani – offre un cuscinetto contro un rallentamento prolungato.
Obbligazioni e rendimenti
I rendimenti dei Treasury USA a 10 anni hanno sorpreso, salendo al 4,50% nonostante le aspettative di un calo legate ai timori di crescita più lenta. Fattori come l’inflazione persistente, il crescente deficit di bilancio e la liquidazione di operazioni su base da parte degli hedge fund hanno spinto i rendimenti verso l’alto.
Gli analisti prevedono che il decennale rimanga tra il 3,5% e il 5%, con poco spazio per cali significativi a meno di una recessione profonda.
In conclusione, la settimana ha messo in luce la complessità del momento attuale: i dazi commerciali restano una spada di Damocle, ma la pausa negoziale e la resilienza di alcuni settori offrono spiragli di ottimismo. Per gli investitori, la chiave è mantenere la calma e guardare al lungo termine, sfruttando la volatilità per cogliere opportunità strategiche.